giovedì 30 ottobre 2014

una scatola di candele

Caro Millimetroemezzo,
oggi finisce la trentasettesima settimana. Ora ne mancano tre, o forse due, o forse una, insomma fai un po' tu.
Quando busserai saremo pronti ad aprirti la porta.
Ora viviamo la fase del "non vediamo l'ora di conoscerti".
Dicono che le ultime settimane siano le più pesanti.
Confermo.
Dicono che le ultime settimane senti tutto il peso del pancione che ti spezza la schiena.
Confermo.
Dicono che le ultime settimane ti senti stanchissima.
Confermo.
Confermo e vado avanti perchè so che il gioco non ne vale una candela ma una scatola di candele.
Me ne sto a riposo e cerco in tutti i modi di alleviare i dolori riducendo ahimè notevolmente la mia autonomia sempre per la stessa scatola di candele.
Come quando salgo sul palco e recito per un'ora intera un monologo comico drammatico sulla violenza sulle donne con un'altalena di emozioni pazzesca e ogni volta mi chiedo chi me lo fa fare.
Me lo fa fare la scatola di candele che contiene le soddisfazioni che mi da il pubblico quando scendo tra gli spettatori, guardo i loro occhi e ascolto le loro emozioni.
Come quando mi butto, come un kamikaze, in qualche prova importante per la quale mi sono preparata parecchio ma con la tensione a mille del "ce la farò?".
Tensione ripagata poi dalla scatola di candele che contiene la soddisfazione di farcela e di dimostrare a me stessa quanto valgo.
Quando siamo scoraggiati e talvolta pensiamo di non farcela dovremo pensare a ciò che ci aspetta alla fine del percorso.
Si, perchè il gioco non ne vale la candela, ma una scatola di candele.


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