lunedì 17 dicembre 2018

benvenuto Nicolò

Cara Giorgia,
è giunto dicembre e con lui anche il dono più bello di quest'anno: Nicolò.
E' arrivato una mattina, mentre tu andavi a scuola con nonna Cesira, dopo essere stata catapultata tra le sue braccia in piena notte. 
E' arrivato una settimana prima, come immaginavo viste le sensazioni e i messaggi del mio corpo degli ultimi giorni. Nicolò aveva fretta di conoscere questa splendida sorella maggiore, certo che lo avrebbe coccolato e amato fin dal primo giorno del suo arrivo tra noi. E così è stato.
Grande emozione per tutti, in un modo o nell'altro. Per chi c'era quando è nato, per chi era in contatto con noi e ha vissuto questo evento a distanza, per chi ha ricevuto questa notizia dal vivo come te. Ed emozionarsi è sempre bello, anche se talvolta non sappiamo come gestire questa scossa, soprattutto se è di una grandezza che nemmeno immaginiamo. Questo piccolo esserino è entrato a far parte delle nostre vite con un piccolo vagito, baciato dal sole del mattino e da sua madre. E con il suo arrivo a casa ha segnato una nuova pagina del nostro libro familiare, o forse la copertina di un nuovo volume.
Pagine che ora verranno riempite dai momenti belli e felici e da quelli più faticosi alla ricerca di un nuovo equilibrio familiare e di vita. I ritmi rallentano parecchio, ci sono diverse priorità, suddivisioni di compiti, nuovi bisogni a cui rispondere e attenzioni da distribuire. Il tutto per accogliere in modo dolce e delicato il piccolo Nicolò, così come abbiamo fatto con te 4 anni fa. Ma c'è una piccola differenza che non possiamo non notare: Nicolò ha la fortuna di avere una sorella come te, pronta a coccolarlo, ad insegnargli tantissime cose, a giocare con lui, a consolarlo quando è triste, a ridere con lui, a litigarci se necessario perché anche questo fa crescere sani e forti. Ma il tutto accadrà piano piano, senza fretta, senza senso del dovere, senza stress, senza imposizioni. Sono sicura che accadrà.
Per ora godiamoci questo lieto evento, festeggiamo il suo arrivo, brindiamo alla vita.
Tu hai già iniziato i festeggiamenti con i tuoi compagnetti di classe e con le maestre.
E non può che essere un bellissimo inizio la condivisione di una gioia con chi ci sta accanto.


(Realizzato dagli splendidi bambini della Sezione B
Scuola dell'Infanzia di Orani)

lunedì 3 dicembre 2018

famiglia di artisti e autisti

Cara Giorgia,
ormai ci siamo quasi, stai per diventare sorella maggiore e stai per vivere una nuova avventura insieme a tutti noi. La data presunta si avvicina e ora siamo pronti pronti pronti, così come lo eravamo per te 4 anni fa. Abbiamo sistemato diverse cose e più o meno finito gli eventi, a parte il Concerto di Natale del Coro Polifonico nel quale canta tuo padre. 
Io ho salutato il palcoscenico qualche giorno fa. Lo so, avrei dovuto farlo molto prima, ma la passione per il canto e per il Coro Polifonico di cui faccio parte era troppo forte per mancare all'evento che preparavamo da mesi. E' stato un bellissimo finale pre maternità, un po' rischioso visto l'avvicinarsi della data del parto, ma ne è valsa la pena. E' in queste occasioni che sento una strana armonia tra noi, una sorta di magia che ci unisce nonostante tutte le diversità tra noi coriste. 31 donne con variegate personalità, caratteri, pregi e difetti. Siamo tante ma c'è qualcosa che ci unisce: la passione per il canto. E tu sai benissimo che quando un motore ha la passione come carburante quel macchinario che lo contiene non si ferma, va avanti sempre e comunque, talvolta scalando la marcia, talvolta accelerando. E stavolta il serbatoio era pieno zeppo. Ci siamo messe in gioco, siamo salite sul palco di un grande teatro indossando gli abiti nuovi e con in mano gli spartiti di tre bellissime canzoni. Abbiamo ricordato un grande artista, ci siamo agitate, commosse e infine divertite. Un bel finale.

Lo so, non siamo una famiglia normale.
Famiglia di artisti e autisti. Cambia solo una lettera, per il resto entrambe le categorie non hanno ne giorni ne orari di lavoro prefissati. Non ci sono giorni di festa sempre liberi da impegni lavorativi, non ci sono vacanze fissate sempre nello stesso periodo. Non c'è niente di prestabilito e a volte so che questo può essere molto pesante, soprattutto per te. Ma sappi che abbiamo scelto le nostre strade seguendo ciò che ci piace e che ci rende felici. E se la strada che percorri è quella giusta tutte le salite  si trasformeranno in discese.

Ora ci fermiamo sul rettilineo per qualche mese, ci godiamo un meritato riposo, insieme. Tra giochi, disegni, tutine che entrano nei cassetti, brillantini che colorano le tue opere d'arte, docce stancanti, schiena dolorante, pancione che continua a crescere, tanti chissà quando nasce e valigia pronta ad aprirsi.

Chissà come sarà.
Chissà come saremo.


(Foto di Zia Angela Mureddu
Abito confezionato dalla Sartoria Modolo)


domenica 25 novembre 2018

un quadro dipinto di rosso e di nero

Cara Giorgia,
siamo arrivati al tuo quarto compleanno e ci siamo arrivati in un batter d'occhio.
Quando sei nata?
A novembre.
Ancora non hai memorizzato questo giorno, ancora ignara del suo significato.
25 novembre: Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Ben presto lo imparerai, non c'è fretta.
Scoprirai che talvolta l'animo umano è disumano, che la violenza fa da contorno a molte famiglie e tante vite, che moltissime donne subiscono violenza dall'uomo che dovrebbe amarle e che talvolta questa violenza si conclude con un tragico finale.
Immagino già che mi chiederai perché e io sarò lì a cercare le parole giuste per descriverti un quadro dipinto di rosso e di nero.
Il rosso è il colore dell'amore, ma talvolta può essere coperto di macchie nere.
Non sempre l'amore è quello sognato e atteso, quello che ci fa stare bene, quello che ci rispetta e ci accetta così come siamo. A volte cerca di cambiarci, di isolarci e di rovinarci la vita.
E in questo caso come facciamo a riconoscerne i sintomi?
Bella domanda. Il problema è che quando si è coinvolti è difficile guardare con lucidità ciò che ti succede ed è difficile anche per chi ti sta vicino farti aprire bene gli occhi.
Quindi come si può fare?
Altra bella domanda. Non è facile aiutare chi è vittima di violenza domestica, non è facile per niente. Ma possiamo innanzitutto star loro vicini, anche se potrebbero cercare di allontanarci in diversi modi spinte dal loro partner. E' faticoso ma non dovremo mollarle per nessun motivo al mondo.
E poi?
E poi dovremo cercare un modo per far capire loro che sono cambiate, che non sono più le donne che conoscevamo noi, e che si tratta di un cambiamento in negativo.
Beh basta dirglielo!
No, ahimè non è proprio così. Se glielo dicessimo si sentirebbero tra due fuochi e vincerebbe di sicuro l'altro fuoco. Dobbiamo trovare un modo per farcele arrivare da sole. Noi possiamo dare degli imput, poi dovrebbero capirlo da loro. Devono sentirsi capite e non giudicate, devono potersi fidare di noi e sfogarsi senza paure. Non hanno bisogno di sentir parlare male del loro compagno ma hanno bisogno di sentirsi a loro agio, di sentirsi ascoltate e protette.
Non è facile.
Lo so. D'istinto ci verrebbe di condannare lui, è normale, ma così si troverebbero di nuovo tra due fuochi e questo non le aiuterebbe, anzi.
E se la situazione è molto grave?
Beh allora occorre l'aiuto di persone competenti che ti consigliano su cosa fare e su chi chiamare.
La violenza si può fermare.
Il rosso può essere solo rosso.













domenica 4 novembre 2018

Fratellino in arrivo!

Cara Giorgia,
ci siamo ripresi dall'ultimo evento e ora ci prepariamo ad affrontarne altri. Qui le manifestazioni non finiscono mai. Ma a breve dovremo fermarci. Ultimi colpi di coda e poi stop. Dobbiamo riposarci per l'evento più importante dell'anno: l'arrivo del tuo fratellino.
Eh si, ora non vediamo l'ora di conoscerlo.
Chissà come cambierà la nostra vita quando ci sarà anche lui. Certo che sarà diversa, sarà più bella e più colorata ma non ti nascondo che ci sarà anche qualche difficoltà sia nella riorganizzazione delle nostre attività quotidiane che nel vivere serenamente questo grande cambiamento.
Anche le cose belle vanno metabolizzate e affrontate in un certo modo perché anche queste possono provocare reazioni non proprio positive. Si rimette tutto in gioco, le relazioni, i rapporti, le abitudini e si ricerca un nuovo equilibrio. Ma tranquilla, non sei sola, dovremo farlo un po' tutti e se lo facciamo insieme facendoci guidare dal cuore e dalla pancia sarà tutto molto più semplice.
Lo so, non dipende solo da noi ma da tutto il contorno che c'è attorno. E per questo ti anticipo già che ti sentirai dire diverse frasi di circostanza del tipo:
- Me lo dai il fratellino? (Come se le persone si possano e si debbano dare come oggetti).
- Fa da bravo il fratellino? (Come se noi, grandi e piccini, facessimo sempre da bravi).
- Piange il fratellino? (Come se esistano neonati che non piangono).
- Chi è più bravo tu o il fratellino? (Come se fare da bravi sia una gara per conquistare il podio dell'amore dei genitori o degli zii).
Poi ci saranno quelli che s'impegnano fortemente per farti ingelosire con frasi del tipo:
- Non mi dai un bacio? Allora glielo do al fratellino. (Come se il fratellino possa dire di no come te e scegliere se farsi baciare oppure no).
- Se non vieni tu prendo il fratellino (Come se il fratellino possa decidere di non andare).
Insomma ce la metteranno tutta ma non lo faranno per cattiveria o con intenzione. Sono frasi che si dicono giusto per dire qualcosa e per inserirti in un discorso nel quale c'è un nuovo personaggio: il tuo fratellino. Alcune le dicevo anch'io fino a qualche anno fa ma ora non più perché credo che si possano sostituire con altre meno stuzzicanti.
Lo so che non posso proteggerti da tutto e che non posso evitarti diverse sensazioni spiacevoli ma sappi che il suo arrivo non cambierà l'amore che proviamo per te.
Come vedi in questi mesi la mia pancia cresce sempre di più ma con lei cresce anche il nostro amore che poi verrà diviso tra voi due. Ci saremo sempre e comunque per entrambi ma non ci saremo allo stesso modo, per fortuna. Si perché sarete due persone diverse e distinte, ciascuno con i propri bisogni e le proprie necessità, vivrete le stesse tappe della vita ma in periodi diversi. E anche noi non siamo uguali a 4 anni fa quando sei nata tu, siamo più grandi, più maturi e già con un po' di bagaglio esperienziale da genitori. Ci sarà ancora tanta strada da fare, c'insegnerete tantissime cose che ora ignoriamo e in qualche modo cresceremo ancora, tutti insieme. Ci saranno dei momenti difficili, come per tutte le cose, ma ci saranno anche quelli bellissimi in cui ringrazieremo Madre Natura per averci donato un altro Millimetroemezzo d'amore.
Ora godiamoci questi ultime settimane di pancione, accarezziamolo, facciamogli sentire che qui fuori c'è qualcuno pronto ad accoglierlo a braccia aperte, prepariamo il suo corredino e iniziamo a pensare al nome che gli daremo.
Vedrai che anche questa sarà una bellissima avventura.





venerdì 26 ottobre 2018

nuove vite

Cara Giorgia,
ora ci fermiamo sul serio per un bel po', ne abbiamo bisogno.
Abbiamo finito gli eventi in bellezza con un bellissimo incontro che parlava di malattie, doni e vita.
Lo scrittore Francesco Abate e l'attore Giacomo Casti ci hanno regalato una serata ricca di emozioni presentandoci il libro "Torpedone trapiantati".
Non è stata la solita presentazione dove qualcuno intervista l'autore, tutt'altro. Francesco che raccontava e Giacomo leggeva, il tutto con un feeling strepitoso da togliere il fiato. La storia di Francesco, di altri trapiantati, di Cinzia e della sua famiglia. Storie che s'intrecciano e creano altre storie, altre vite.
Abbiamo riso tanto, ma alla fine anche pianto.
Si parla di donazione degli organi.
Forse nessuno di noi pensa a fare questa scelta ma credo che sarebbe un dono non indifferente per chi purtroppo si trova a dover dipendere da un eventuale donatore. Affrontare la perdita di una persona cara non è mai facile ma sapere che questa persona può salvare altre vite potrebbe dare un senso a tutta la sofferenza che si prova quando qualcuno viene a mancare.
La storia di Francesco e Cinzia ha una potenza immensa che dovrebbe farci pensare.
Lo so piccolina che l'argomento non è ne leggero ne bello da sentire e che sarebbe meglio pensare ad altro, ma in questo caso basterebbe essere generosi e apporre una firma in Comune, sperando certo che quella firma serva il più tardi possibile o che non serva proprio perché ciò significa che avremo vissuto a lungo e che saremo invecchiati. Ma nella vita non si sa mai.
Ho ascoltato questa storia per la seconda volta con lo stesso spirito, con la stessa sete di sapere della prima sapendo che sarei stata arricchita di nuovi colori e nuove emozioni. E così è stato. Abbiamo conosciuto un nuovo mondo formato da nuove vite nate in sala operatoria anziché in sala parto.






domenica 30 settembre 2018

#LiberArteCi

Cara Giorgia,
un'altra avventura è finita e non posso che trarne dei benefici sia emozionali che materiali. Un'avventura alla quale mentalmente ci pensavo già da mesi e che poi è diventata un progetto.
É bastata un'idea e la persona giusta a cui proporla per poi poter sviluppare tutto ciò che è nato per Cortes Apertas a Orani nella #Corte22.
Io e Mariaitria (in arte M'Arts) che mettiamo insieme le nostre passioni artistiche con un filo conduttore: la libertà.
C'incontriamo, ci ritroviamo in diverse idee, punti di vista ed espressioni. Decidiamo di aprire questa corte insieme, per comunicare ciò che abbiamo dentro in diversi modi, con diverse tecniche materiali e virtuali. Dal legno al web, dai quadri al teatro.
Espressioni artistiche che nascono dalla mente e dal cuore.
E’ così che nasce #LiberArteCi: un cocktail di pensieri e colori, un viaggio verso la libertà di ogni essere umano.

"Le vittime della guerra sono tutte uguali.
Sono esseri umani, senza strisce, senza stelle, senza stemmi.
Esseri umani."
www.millimetroemezzo.blogspot.com
(Uno degli slogan delle nostre magliette)

Lavoriamo per settimane con una bellissima tempistica che ci affatica ma non più di tanto, diamo sfogo alla nostra creatività e creiamo ciò che volevamo: riflessioni ed emozioni.
E alla fine del weekend, anche se la stanchezza è tanta, la soddisfazione e la felicità ci ripagano di tutto.

E tu sei lì che ci segui e ci aiuti, che continui a parlare della Corte come fosse una cosa che dura per sempre ma ahimè è già tutto finito.
Ci siamo buttate in quest'avventura per metterci in gioco e per comunicare diversi messaggi. L'obiettivo è stato raggiunto, ora facciamo tesoro di tutto e andiamo avanti con un nuovo bagaglio artistico ed emozionale.
E come per ogni cosa ci restano i ricordi, dei bellissimi ricordi.
E tu come ricordo hai voluto questa t-shirt.
Indossala con amore, porta ovunque questo messaggio e non dimenticarti mai che siamo tutti esseri umani, nessuno escluso.

venerdì 31 agosto 2018

new look

Cara Giorgia,
come sempre l'estate ci mette un bel po' ad arrivare e poi vola in un lampo.
Lo so, non è ancora finita, ma è come se la fine delle vacanze fosse in qualche modo la fine della stagione. No, non è così. Qui in Sardegna si è in vacanza abbastanza a lungo per godere di tutte le bellezze che la nostra terra ci offre. Basta un sabato, una domenica, una borsa frigo, uno zaino, qualche km di pazienza e il gioco è fatto.
Ma nel frattempo iniziamo a pensare all'autunno, al lavoro, alle nuove idee che si trasformeranno in progetti. Siamo carichi e usiamo questa energia per creare qualcosa di nuovo.
Adoro questo periodo di transizione dove qualcosa cambia e in qualche modo creiamo un new look per le nostre vite.
Riprendiamo i ritmi della vita quotidiana, superiamo il trauma da ritorno e ci buttiamo.
Buttarsi è sempre un grande salto e non sappiamo mai dove atterreremo. Finora di salti ne abbiamo fatti parecchi, siamo atterrati in terreni buoni e meno fertili, con più o meno fatica. Ma l'atterraggio ci ha portato sempre qualcosa di positivo. 
Continuiamo a saltare, prendendo spunto da te che non stai ferma un attimo. Oppure sei tu che prendi spunto da noi, non saprei. Probabilmente è tutto relazionale, come nei rapporti umani.
Approfittiamo di questa grinta che a volte sparisce per fare spazio alla nuvoletta che ci fa vedere tutto molto più grigio e più difficile. Ohi che fatica gestirla e tenerla a distanza, non darle importanza e aspettare che passi. Ma alla fine se ne va sempre, bisogna solo aver pazienza e non prendere decisioni importanti quando si è sotto la sua ombra.

Ultimo giorno di agosto.
Spezziamo la mattina con un caffè da un'amica e riprendiamo il nostro lavoro.
Ci prepariamo per un nuovo evento: Cabudanne de sos poetas.
E pensare che fino a poco tempo fa io e la poesia eravamo due mondi lontani.
E pensare che per me il mondo della poesia era qualcosa di misterioso e strano, molto molto strano.
E ora in qualche modo ci sono dentro, così, da un giorno all'altro, in modo inaspettato e sorprendente.
Mi preparo per stasera, per lo Slam di Cabudanne.
Un po' agitata, tesa, come per tutte le cose nuove che faccio. Ma anche entusiasta e felice di questa nuova avventura.
Mi butto, mi butto di brutto.

(Foto di Zia Giada Rosa)


lunedì 2 luglio 2018

felicità artistica

Cara Giorgia,
ti scrivo dopo due mesi molto faticosi e intensi tra lavoro, piccoli malesseri, eventi e ménage quotidiano da gestire con mille incastri e mille salti mortali. Sono state settimane molto dure in cui l'obiettivo era quello di godermi tutte le cose belle, farmi forza e aspettare luglio che alla fine è arrivato a farmi riposare e rilassare dopo una splendida chiusura di stagione artistica pre estiva.
Chiudo questo capitolo in bellezza, con diversi mini reading all'interno del Festival Letterario "L'isola delle storie" a Gavoi. Leggo compare Ghandi, Nelson Mandela e Martin Luther King. Letture sulla Disobbedienza civile e sulla libertà, parola che io adoro sempre di più. Leggo da un balcone fiorito e da diversi palchi davanti ad uno splendido pubblico di lettori. Leggo con parecchia emozione e adrenalina cercando di tenere ferma la mano che sfoglia le pagine dei libri da me scelti. Per fortuna dietro le quinte ci sono diverse persone che alla fine mi sembra di conoscere da sempre e che in qualche modo smorzano tutta la tensione che ho dentro e fuori. 
Eh Vale ma tu sei abituata a stare davanti al pubblico.
Parole che mi ripetono sempre e alle quali rispondo sempre allo stesso modo.
Non ci si abitua mai al palcoscenico, ogni volta l'emozione è diversa, più o meno intensa in base alla tipologia dell'evento. Nel momento in cui non ci sarà più questa magica adrenalina vorrà dire che mancherà qualcosa di molto importante. 
Sapevo che stavolta sarebbe stato più difficile ed emozionante del solito, ma c'era qualcuno con me che mi faceva forza e m'infondeva coraggio.
Talvolta questi due elementi servono anche per affrontare le cose belle, quelle che poi ti fanno stare bene per giorni e giorni, quelle che ti regalano grandi soddisfazioni ed una bellissima sensazione di felicità. Al #GavoiFest è successo questo, e io lo avevo previsto. Ci si ritrova immersi in una splendida atmosfera dove si respira cultura a 360°, dove ci si saluta  e si chiacchiera anche se non ci si conosce, dove i sorrisi sono all'ordine del giorno solo perché si condivide l'amore per la lettura e per le cose belle che l'arte può regalarci. Un clima di festa che dura 4 giorni e che ti fa entrare in una dimensione ricca di positività e cose nuove da scoprire. Mi lascia sempre una bellissima sensazione e la voglia di tornare anche l'indomani. E' successo anche stavolta, sono tornata da spettatrice, con te.
Certo che non puoi capire tutto quello che viene detto e raccontato nei vari incontri, ma intanto respiri aria di cultura che fa sempre bene.
Torniamo a casa stremate, ma felici e arricchite di ciò che ci ha dato questa nuova esperienza. E questa è la stanchezza che preferisco, quella data dal condividere una parte del mio mondo con te e quella data dalla felicità artistica.


(Foto di Enrico Lai - Gavoi)

lunedì 7 maggio 2018

solo quando provi a spiccare il volo

Cara Giorgia,

oggi proprio non ho nessuna voglia di lavorare e stavolta mi ascolto e mollo tutto, senza pensarci due volte che non si sa mai che cambi idea. Mi dedico ad altre cose che sono pur sempre da fare e che m'ispirano di più. Il blog per esempio, che ho trascurato per diverse settimane per mancanza di tempo e forse anche di ispirazione.
Sono state settimane dedicate inaspettatamente ad un'attività che non ho mai amato, o meglio non ho mai conosciuto da vicino: la poesia.
Mi ritrovo in una strana follia senza nemmeno rendermene conto, e piano piano ci prendo pure gusto.
Partecipo al primo Poetry Slam e poi di seguito ad un altro, e un altro ancora.
Vale devi venire anche stavolta, ci sono le finali del nuorese.
Non ce la posso fare.
E mentre pronuncio questa frase sto già pensando alla poesia da scrivere.
E non so come mi ritrovo in finale a Gavoi e scrivere poesie diventa praticamente un impegno fisso che non mi aspettavo davvero. Trovo l'ispirazione per caso, non cerco i temi ma sono loro che trovano me.


Rallenta

Forti, potenti, robuste, energiche.
Tante cose, impegni, mestieri, appuntamenti.
Figli, casa, lavoro, panni sporchi, piatti da lavare, giochi da sistemare, camicie da smacchiare, mail da inviare, post da scrivere e inventare.
Spesa, detersivi, verdure, frutta, carne, pesce.
Tram tram quotidiano, solito, identico, schiacciante.
Forti, potenti, robuste, energiche.
Fermati. Si, ora mi fermo. Ma prima devo andare, tornare, caricare, fare, scaricare, portare, accompagnare, consolare, asciugare, ricordare, accendere, mettere, aggiungere, spegnere.
Ora mi fermo. Stremata, distrutta, divelta, demolita, svigorita, annullata.
Devi fermarti prima.
Si dai, la prossima volta mi fermo prima.
Dopo aver fatto, disfatto, assemblato, sistemato, eseguito, creato, lavorato.
No, prima, prima, prima.
Non posso.
Si che puoi.
Forse non voglio.
Si che vuoi.
Sveglia all’alba, colazione in silenzio. Bambini assonnati, affamati, da lavare, spogliare e vestire.
Rallenta, rallenta, rallenta.
Pietanze da organizzare, preparare, cucinare.
Vieni per un caffè. Non posso, devo fare, disfare, disporre, stabilire, pianificare.
Rallenta, rallenta, rallenta.
Febbre alta, vomiti, dolori addominali.
Non posso stare a letto, devo allestire, preparare, programmare, fare e disfare.
Rallenta, rallenta, rallenta.
Testa pesante, pensieri violenti, slegati, negativi, prepotenti, duri, confusi.
Idee malsane, nocive, dannose.
Memoria affollata, piena, stipata, zeppa. Neuroni bruciati, sconfitti, sfiniti.
Rallenta.
Perché sei così pallida?
Hai una faccia stanca.
Non ti reggi in piedi.
Dovresti, potresti, fermati o sarà troppo tardi.
Non ho tempo per fermarmi, tutto dipende da me.
Indispensabili, insostituibili, necessarie.
Rallenta.
Forti, potenti, robuste, energiche.
Si, ma non immortali.
Non posso cadere.
Si che puoi.
Non voglio cadere.
Ma puoi.

Stonf.


E grazie a questa poesia ed altre ancora incontro persone favolose, vivo una bellissima avventura, conosco un mondo per me nuovo molto colorato e variopinto, rido, sorrido, mi commuovo, salto, mi meraviglio, sogno.
E come sempre penso che qualsiasi cosa non si conosca non si possa mettere da parte a prescindere, ma solo dopo averla conosciuta e vissuta.
Amplio il mio bagaglio artistico e umano, inserisco un nuovo reparto e lo riempio con tutto ciò che mi ha dato questo bellissimo viaggio, felice di averlo vissuto.

Cerca sempre nuovi orizzonti piccolina, non smettere mai di stupirti e vola sempre più lontano, anche quando pensi di non avere le ali perché queste talvolta escono fuori solo quando provi a spiccare il volo.


(Foto di Ivan Urru, componente del Fan Club)

mercoledì 28 marzo 2018

anche se a volte è buio io vedo lontano

Cara Giorgia,
si avvicinano nuove feste, nuovi pranzi in famiglia e nuove vacanze.
Non amo tanto queste ricorrenze, non so perché. L'unica cosa bella è che di solito ci si riunisce in famiglia e si trascorre un po' di tempo insieme, per il resto non adoro le aspettative cerimoniali.
Ma blocchiamo il panico, se così si può definire. Manca ancora qualche giorno di vita quotidiana, di lavoro, di routine. Continuo ad occuparmi dei miei progetti cercando di inventare sempre cose nuove, di ampliare le idee da presentare per realizzare ciò in cui credo. Sono giorni faticosi in cui le ore volano inesorabili e mi ritrovo a dover spegnere il pc senza aver ancora finito il lavoro che mi ero preposta.
Continuo domani, ora ci sei tu.
Continuo domani, ora devo occuparmi di.
Continuo domani, c'è qualcuno che.
Continuo domani, loro hanno bisogno di.
Ed è un continuo smettere per altre cose e riprendere l'indomani mattina quando mi ritrovo da sola, davanti al fuocherello e forse ad un buon caffè, e forse un bel panino, e forse un buon dolcetto. Tolgo tutti i forse, per lavorare si ha bisogno di carburante.
E finalmente finisco in tempo per poi potermi dedicare a te durante le vacanze.
Finisco i trailer dello spettacolo, inizio a pubblicarli e a condividerli. E' tutto un gioco di comunicazione, condivisione, passaparola. Un gioco in cui ci sono diverse carte che ho deciso di giocare una per una.
Mi raccontano di Grazia Deledda, unica donna italiana ad aver vinto il Premio Nobel per la letteratura. Nata nella città di tuo padre, a Nuoro, nel 1871. Ha lottato contro tutto e contro tutti, ha scritto a diversi letterati, giornalisti ed editori credendo in ciò che faceva, sicura del fatto che i suoi scritti avevano un grande valore. E' riuscita nel suo intento di far conoscere i suoi manoscritti, con passione e determinazione diventando così una scrittrice famosa. Avrei voluto conoscerla, davvero.
La stimo da lontano perché a quell'epoca, per una donna nata nel cuore della Sardegna non era per niente una passeggiata anche solo provare a diventare una scrittrice. Lei ce l'ha fatta, alla grande.
La stimo e la prendo come esempio per arrivare al mio traguardo.
Un traguardo che non segna una fine, ma uno dei tanti inizi a cui posso aspirare.
Io aspiro in alto, senza vergogna.
Io aspiro in alto perché credo in me.
Io aspiro in alto perché anche se a volte è buio io vedo lontano.


venerdì 2 marzo 2018

quello sano, quello puro

Cara Giorgia,
mi spiace riprendere ogni tanto questo argomento ma è necessario, purtroppo.
Se ne parla sempre di più, ma molto spesso usando parole sbagliate e fomentando forse le azioni violente degli uomini contro le donne.
E ci si chiede perché un uomo arrivi a fare certe cose alla sua compagna.
E ci si chiede perché un uomo arrivi a fare certe cose ai suoi figli.
Non lo so, non riesco ad immedesimarmi, stavolta non ci riesco davvero.
So solo che se una donna è vittima di violenza non ha nessuna dannata colpa.
So che se una donna rimane col suo compagno che la maltratta, la picchia e la distrugge psicologicamente non è perché a lei va bene così ma perché è veramente difficile prenderne consapevolezza, uscirne e non aver paura.
So che se una donna sopporta una serie di violenze da parte del compagno anche in presenza dei figli è perché talvolta si sente sola e non sa come uscire da questo tunnel apparentemente senza via di fuga.
So che se se una donna vuole mettere la parola fine ad una relazione che la fa stare male deve poterlo fare senza aver paura di essere uccisa.
So che la paura talvolta ci blocca ma a volte ci da la spinta giusta per cambiare qualcosa. Ma quella spinta non basta, bisogna avere qualcuno dalla nostra parte che ci protegga, che ci stia accanto, che ci sorregga, che ci faccia capire che non abbiamo nessuna colpa da espiare.
E quando ci parlano di amore malato ricordiamoci che l'amore non uccide ma dona la vita, che amare significa volere il bene dell'altro e non farlo soffrire o morire.
L'amore malato non esiste, se è malato non è amore.
Ma noi cosa possiamo fare?
E' una bella domanda. Potremo iniziare con l'educare i nostri figli alla parità di genere, al rispetto, alla libertà. E il tutto con amore e pazienza, gentilezza e comprensione anziché con ricatti, violenza, punizioni e minacce. Potremo iniziare col volerci bene e l'ascoltarci in modo che loro ci imitino. Potremo iniziare con tante cose seppur difficili soprattutto per noi educati con quella che io chiamo la "pedagogia del terrore".
L'obiettivo dell'educazione non è l'obbedienza, ma percorrere insieme il cammino della vita guidando i nostri figli e talvolta facendoci guidare da loro. In questo cammino può esserci uno scambio reciproco, dobbiamo solo trovare la strada giusta, con amore, quello sano, quello puro.



(Foto di Madrina Annalisa)

martedì 30 gennaio 2018

e la si trova insieme

Cara Giorgia,
stasera posso dedicarmi al blog, ai miei pensieri, alle cose che vagano nella mia mente alla ricerca di una posizione, di un numeretto che decide quando è il turno di approfondire una cosa piuttosto che un'altra. Ultimamente leggo molto, romanzi, saggi, tutto ciò che mi viene suggerito e mi sembra interessante o ciò che vedo e m'ispira al primo impatto. Leggo ed entro in dimensioni straordinarie con personaggi pazzeschi che mi tengono col fiato sospeso ad ogni pagina, che a poco a poco diventano una droga, una vera dipendenza. Li porto con me quando vado da qualche parte sperando di avere sempre tempi morti per poterli aprire e leggere. Ed è sempre un piacere conoscere storie per me nuove, diversi punti di vista, diverse prospettive dalle quali si guarda alla vita in modi variegati e talvolta anche un po' strani.
Insomma, lo ammetto.
Mi chiamo Valentina, ho 39 anni e non leggo da qualche ora.
I ritagli di tempo che posso dedicare a questa attività non sono tanti e non sono nemmeno tra quelli che trascorro con te. Forse più avanti potremo farlo insieme, ciascuno con i propri libri.
Mi chiamo Valentina, ho 39 anni e non leggo da qualche ora.
Si, è una dipendenza, ma è una bella dipendenza che non nuoce alla salute e che anziché rovinare la vita la può migliorare.
Proprio in questi giorni ci sono diversi incontri sulle varie dipendenze in età giovanile: tossicodipendenze, ludopatia, alcol. E ci si chiede come fare per prevenire che voi giovani non cadiate in queste trappole. E non c'è una risposta, non c'è la certezza che questo non succeda. Noi possiamo guidarvi, spiegarvi i rischi che si corrono, spiegarvi i meccanismi che si innescano quando si inizia a far uso di sostanze stupefacenti e a giocare d'azzardo, poi sta a voi usare la testa, sta a voi non vergognarvi se per caso e per qualsiasi motivo avete a che fare con queste attività, sta a voi non vergognarvi e confidarvi con noi per risolvere le cose. Si, perché prima si cerca una soluzione e prima si risolve il problema.
Non nascondetevi, non abbiate paura di noi, abbiate paura del male che vi fate con queste dipendenze e che a lungo andare vi distruggeranno.
C'è sempre una soluzione, e la si trova insieme.



martedì 16 gennaio 2018

se una mamma è felice lo sono anche i figli

Cara Giorgia,
ecco il primo post del 2018. Un anno iniziato un po' così, che giorno dopo giorno è peggiorato per poi riprendersi non so come, non so quando, non so perchè. Ma di fatto ci speravo, pensavo che potesse solo migliorare e così è stato. E' migliorato con la pazienza, l'attesa, lo sfogo, le grida, l'ascolto di se stessi, lo stringere i denti per poi lasciarsi andare ad una dolce carezza che arriva come un balsamo per lenire tutta la stanchezza, lo stress e il malumore di alcuni giorni forse da dimenticare.
Mi riprendo, non mi riposo ma vado avanti per la mia strada, proseguiamo il nostro tour con grinta e con l'energia che abbiamo conservato dentro di noi per l'occasione.
Senis, Fonni, Oristano, Cagliari, Nuoro. Ogni tappa ha la sua bellezza, il suo pubblico, la sua atmosfera. Ogni spettacolo mi lascia addosso una bellissima sensazione, il piacere di conoscere persone nuove e di rivedere alcuni vecchi amici.
Arrivo al traguardo di 500 spettacoli, 500 palchi, 500 emozioni. Me ne accorgo per caso, compilando un file che aggiorno molto raramente. Lo apro, aggiungo i dati e... wow!
Succede alla quarta tappa, a Oristano. La patria di Donna Eleonora, icona che io adoro. Città che finora ci ha portato fortuna per diversi motivi. Incrocio le dita, festeggio, mi ricarico, certa che anche stavolta succederà qualcosa di bello.
E poi accade a Nuoro con lo spettacolo a favore di una raccolta fondi per l'Associazione Alzheimer Nuoro, una serata per ricordarci chi dimentica.
Stavolta vuoi venire anche tu, me lo chiedi espressamente. Io sono titubante, non vorrei che mi chiamassi o che tu piangessi mentre sono in scena. Tuo padre dice che forse il Teatro Eliseo è proprio la location giusta per farti vedere lo spettacolo. Ok, lo ascolto, forse ha ragione, anzi tolgo il forse. Ha ragione. Ci organizziamo per farti venire.
La tua felicità è immensa. Ridi, ti emozioni dalla contentezza, non vedi l'ora.
E finalmente capisci cosa faccio quando vado a lavorare, finalmente sai come trascorro le ore rubate ai nostri giochi, alle nostre attività, alle nostre chiacchierate.
Sono ore che utilizzo per le mie passioni, il mio lavoro e l'essere persona oltre all'essere mamma. Ore che mi fanno sentire viva nonostante sia distrutta dalla stanchezza. Ore che mi danno parecchie soddisfazioni dopo un intenso lavoro che dura ormai da mesi. Ore che mi portano a costruire una professione che non ho ancora definito ma che sento che è quella giusta.
Perdonami se a volte non sono presente, se non ci sono quando talvolta hai bisogno di me, se qualche giorno non mi vedi arrivare alla scuola materna per portarti a casa, se ti addormenti senza darmi la buonanotte. Perdonami e ricordati che io sono sempre con te, anche quando sono lontana. Ci sono sempre, ogni volta che hai bisogno di qualcosa. Ci sarò quando commetterai degli errori che ti sembreranno irreparabili, quando ti caccerai in situazioni scomode e ingarbugliate. Io ci sarò, sempre.
Perchè se una mamma si realizza anche come persona è più felice.
E se una mamma è felice lo sono anche i figli.


(Foto di Madrina Annalisa)