martedì 6 agosto 2019

ho bisogno di

Cara Giorgia,
ti scrivo mentre penso a voi due che crescete all'impazzata, che cambiate numero di scarpe o taglia di pannolini. Voi con i vostri progressi e la curiosità che vi contraddistingue da quando vi alzate la mattina fino a quando andate a letto la sera, fino all'ultimo minuto, anzi all'ultimo secondo. Probabilmente fai domande anche mentre dormi e chissà se c'è qualcuno a risponderti. Spero di si, perché il desiderio di conoscenza bisogna sempre tenerlo vivo anche se talvolta è faticoso.

Giò indovina de ite apo bisonzu como?
De silenzio.
Brava!

Dopo svariatissime domande, mille perché e quant'altro la mia testa a volte non ce la fa più.
E non mi vergogno di dire di cosa ho bisogno.
Non mi sento in colpa a chiederti per favore un po' di silenzio, perché tutti prima o poi ne abbiamo bisogno. E le esigenze vanno ascoltate e condivise.
Tutti abbiamo delle necessità, solo che a volte cresciamo convinti che possiamo farcela da soli, senza rispondere ai nostri bisogni o lasciandoli per ultimi. Prima quelli degli altri, soprattutto per noi donne.
Educazione.
Cultura.
Chiamiamola come vogliamo.
Ma forse è ora di cambiare alcune cose e iniziare ad utilizzare l'espressione ho bisogno di.
Senza paura, senza sensi di colpa.
L'unica nostra colpa, se così vogliamo definirla, sarebbe quella di non volerci bene e di non ascoltarci.

E ora io ho bisogno di un vostro abbraccio.


(Foto fatta da te, artistica al punto giusto da poterla pubblicare)



Traduzione:
Giorgia indovina di cosa ho bisogno adesso?
Di silenzio.
Brava!