giovedì 28 gennaio 2016

si perché l'arte emoziona

Cara Giorgia,
hai presente quando vorresti un qualcosa ma non sai cosa? No, forse no. Forse tu hai le idee ancora chiare, sai quello che vuoi.
Forse con l'età le idee perdono quel chiarore e talvolta senti una brutta sensazione, resisti, stringi i denti e nient'altro.
Poi qualcuno fa qualcosa che ribalta la situazione, fa quel qualcosa che tu vorresti ma non lo sai.
Fa qualcosa e ti salva.
E così molli i denti, rilassi le mandibole, il tuo viso si stende e piano piano anche tutto il corpo inizia a riprendere fiato, i muscoli saltano di gioia, i tendini si stendono, le ossa ballano e le vene strepitano.
Così va meglio, molto meglio.
Riesci a goderti quello che stai facendo e tutto ritorna sereno.
Fiuuuuuuuu.
Come quando tu piangi perché vuoi qualcosa oppure fai gesti per farti capire.
Quando alla fine riusciamo a capire cosa vuoi ti rilassi e sorridi, tutta felice.
Dev'essere duro non riuscire a parlare, non riuscire ad emettere parole di senso compiuto.
Ma col tuo tatatata taitaitai  e con i tuoi gesti riesci a farti capire in un modo pazzesco.
Comunichi molto più di quanto non facciamo noi adulti.
Eh si piccolina, a volte noi pecchiamo d'assenza di comunicazione o comunichiamo in modo "strano".
A volte comunichiamo senza volerlo, non con le parole ma con quello che facciamo con tutto il corpo, con le nostre mani.
ARTES. Si con le arti si comunica in un modo meraviglioso. Puoi esprimere te stesso a 360°, puoi tirar fuori ciò che hai dentro e che talvolta non sai nemmeno di avere.
Il nostro è un paese di artisti, e ne siamo fieri.
Ancor più fieri di chi si mette in gioco.
Chi gioca ad allestire questa splendida mostra e chi gioca mostrando le sue opere con un tweet.
Manufatti e parole, insieme per farci emozionare.
Si, perché l'arte, qualsiasi arte, emoziona.
E noi siamo fans delle emozioni.


(Foto di Zia Annalisa Lande)




mercoledì 13 gennaio 2016

cultura live

Cara Giorgia,
qui fervono grandi preparativi per la rassegna teatrale Pantheon Eventi.
Ci ruba un sacco di tempo, tempo che purtroppo dobbiamo sottrarre a te.
E' un periodo in cui vai a mille, fai, disfai, tatata taitaitai, corri, cadi, ti rialzi, tatata taitaitai, prendi, butti, molli, tatata taitaitai, sposti, risposti e sposti ancora infinite volte. Richiedi tutte le nostre attenzioni, vuoi giocare con noi, vuoi stare con noi.
Ma talvolta noi stiamo lavorando al pc, al telefono e le nostre attenzioni non sono totalmente per te.
Lo so, non è bello. Vederci lavorare a casa non dev'essere una gran bella cosa.
Ma a volte vediamo anche cose che non ci piacciono e che purtroppo si devono fare.
In questo caso l'obiettivo è la cultura, quindi un gran bell'obiettivo.
Lavoriamo per un evento culturale, sociale.
Cultura, parola forse sempre più sconosciuta grazie anche alla tv e alla diffusione di programmi che si spacciano per culturali ma alla fine sono solo un gazzabuglio di scontri, litigi, rabbia e negatività.
Noi vogliamo respirare cultura live, senza nessuno schermo, senza nessun filtro.
Vogliamo poter riflettere ascoltando della sana satira, vogliamo poter ridere su battute intelligenti, vogliamo trascorrere una serata diversa in mezzo ad altre persone che vogliono divertirsi e staccare un po' la spina.
Vogliamo respirare aria pulita, aria di festa.
Si, perché per noi la cultura è festa.
Per noi la cultura è il motore che fa andare avanti questo mondo a volte un po' confuso.
Per noi la cultura è vita.

La cultura, una serie di strati.
Quando ne sollevi uno non vedi l'ora di sollevarne e guardarne un altro.
Così all'infinito.
Iniziamo dal primo strato.
E non stancarti mai di sollevarne sempre nuovi.
La cultura riserva sempre belle sorprese.



martedì 5 gennaio 2016

ricchezza nella sua stessa diversità

Cara Giorgia,
siamo ormai al 2016 inoltrato, un anno che è iniziato con diversi cambiamenti, un anno che abbiamo festeggiato con un brindisi (birra e magnesia!) mentre tu dormivi beatamente (un bel modo di iniziare il nuovo anno!).
No, non è iniziato esattamente come avevamo immaginato, programmato, progettato, ma è iniziato e alla fine l'importante è quello. Vuol dire che miglioreremo strada facendo, anzi direi che i miglioramenti ci sono già stati. Abbiamo già avuto di che festeggiare.
Ricordi tutti questi mesi quando la sera ti portavo in una sala piena di donne che cantavano divertendosi alla grande? Ecco, quello splendido gruppo di donne ha esordito come coro.
C'ero anch'io, e c'eri anche tu con me, come sempre.
Tanta emozione, agitazione, paura, tensione, entusiasmo.
Si, soprattutto entusiasmo nascosto dalle nostre vesti nere, nascosto dai nostri visi sorridenti ma tesi allo stesso tempo. Tanto entusiasmo di poter fare ciò che ci piace di fronte ad uno splendido pubblico che era lì per noi e di fronte al Coro Monte Gonare che con affetto e allegria ci ha affiancato in questo splendido viaggio
Tanto entusiasmo dopo tanto lavoro, caparbietà (come dice il maestro!), incontri, scontri, scambi di idee, note che scendono, note che salgono, discussioni, prove, studio, risate e ricerca di un nome che ci rappresenti.
Il tutto come da copione, come un qualsiasi gruppo che segue la sua passione.
Si, perché non esiste un gruppo la cui vita è tutto rosa e fiori.
I gruppi sono vivi, con pregi e difetti dei componenti e ogni persona che lo compone è ricchezza nella sua stessa diversità.
E noi con le nostre diversità abbiamo creato qualche minuto di musica.
Non importa se la musica sia stata perfetta o meno, importa come ci siamo sentite, importa ciò che abbiamo trasmesso al pubblico. 
Tutto il resto è storia e futuro.
Un bel futuro.
Come faccio a saperlo?
Non lo so, ma lo sento nell'aria. 
E io con le ragazze respiro aria buona.