giovedì 1 dicembre 2016

a prescindere dal fiocco

Cara Giorgia,
reduci da una splendida avventura torniamo a casa con tre valigie di panni sporchi e una piena di nuove esperienze. Le prime mi spaventano solo a guardarle, poi mi faccio coraggio e aziono la modalità supervale per iniziare i vari lavaggi con la lavatrice e sistemare tutta la marea di roba che abbiamo portato a casa. La seconda è ancora lì che mi guarda ed emana sensazioni strane che ancora non riesco a definire ne tanto meno a metabolizzare. Vivo il cosiddetto trauma da ritorno.
Dopo un viaggio, anche se c'è la voglia di tornare a casa, c'è sempre un trauma da ritorno alla vita quotidiana. Si passa dal cambiare città al cambiare stanza della propria casa. Dal grande al piccolo, dallo sconosciuto al quotidiano, dal tanto al poco.
E allora vivo questo trauma da sola, tra me e me. Mi ritaglio questo tempo per mettere ordine nella mia testa, per formattarla, per eliminare gli elementi che non mi servono, sistemare nuove idee e nuovi concetti e scegliere una nuova immagine di copertina.
Sono stati giorni pesanti ma interessanti. Si è parlato tanto di rispetto, parità, libertà.
Parole molto importanti che dovrebbero essere alla base dell'educazione di tutti i bambini, ma purtroppo così non è. Quel fiocco rosa o celeste che viene messo sulla porta quando uno nasce segna i nostri comportamenti, il nostro modo di essere, il nostro modo di pensare e di ragionare.
I maschietti vengono cresciuti ad essere forti, a non piangere, a non mostrare le proprie emozioni, a proteggere la sorellina. Le femminucce invece possono piangere ma non possono essere forti, la forza non è femminile. Devono imparare a gestire la casa, accudire i fratelli, giocare a fare le mamme, aspettare il principe azzurro che le protegga o le salvi da chissà cosa.
Per fortuna non è sempre così, per fortuna quel fiocco talvolta non funziona. Ed è allora che maschietti e femminucce giocano a fare le madri e i padri, entrambi con le bambole.
Maschietti e femminucce sperimentano qualsiasi gioco per poter conoscere il mondo.
Maschietti e femminucce imparano ad esprimere le proprie emozioni senza paura di essere giudicati.
Maschietti e femminucce sono liberi di piangere, tirar fuori le lacrime che hanno bisogno di uscire.
Maschietti e femminucce imparano ad essere autonomi e indipendenti, senza aspettare di trovare chi si prenda cura di loro in tutto e per tutto.
Maschietti e femminucce amano senza voler possedere.
Maschietti e femminucce conoscono perfettamente la parola rispetto e la fanno propria in tutte le relazioni, amorose e non.
Ed è così che si parte verso un'educazione al rispetto di se stessi e degli altri, un'educazione che non si basa sui sensi di colpa ma sul riconoscere le proprie emozioni e i propri stati d'animo, un'educazione che si basa sulla parità e non sul riconoscere chi è il più forte o il più debole, un'educazione che si basa sulla libertà di essere se stessi, a prescindere dal fiocco.



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