martedì 23 giugno 2015

Via. Stop. Via. Stop.Via. Stop.Via. Stop.

Cara Giorgia,
ogni tanto ci vuole uno stop da tutto e da (quasi) tutti.
No, non è egoismo. 
E' volersi bene, è amarsi.
E' ricaricarsi per poi riprendere la vita quotidiana con più energia.
E' rigenerarsi per poi affrontare tutto ciò che c'è da sistemare, fare e ricominciare.
A volte basta poco, un paio di giorni e la mente si ricarica.
Se poi i giorni sono di più ben vengano, why not?
Qualche giorno di stacco, di relax, di aria buona, di passeggiate sotto la luna e le sue amiche stelle, di brezza marina che ti fa addormentare dolcemente, di nuovi colori e nuovi profumi, di freschezza di idee, di novità anche se passeggere, di silenzio, di stop.
Ed è così che si va avanti.
Via. Stop. Via. Stop.Via. Stop.Via. Stop.
Ti immagini una vita di soli via? Una sudata tremenda, da impazzire.
E una vita di stop? Una noia incredibile.
Via. Stop. Via. Stop.Via. Stop.Via. Stop.
La giusta misura, come per tutte le cose.
Il nostro stop è giunto alla fine.
Pronta?
Viaaaaaa!!!


lunedì 15 giugno 2015

siamo chi siamo

Cara Giorgia,
in questo periodo di feste, eventi, mare e quant'altro ho tralasciato il blog e questo nostro dialogo via web. No, quello faccia a faccia è sempre più vivo, sempre più interessante e coinvolgente.
Eppure ogni volta che interagisco con te penso che voi bambini piccolissimi capite più di quanto si creda. Hai una capacità di osservazione e di ascolto immense, cose che noi grandi a volte non abbiamo. Mi guardi con quegli occhioni che esprimono tutte le tue emozioni. Non parli con la bocca ma con gli sguardi, i gesti, le espressioni del viso.
Voi comunicate, semplicemente lo fate su canali diversi e sta a noi sintonizzarci su quelli giusti.
Noi ci proviamo. Talvolta riusciamo, talvolta no.
Voi comunicate e capite.
Ecco perché non smettiamo di parlarti di tutto quello che succede attorno a noi.
Ti portiamo a diversi eventi e tu tutta contenta osservi tutto e tutti.
E' la volta della manifestazione, svoltasi a Orani, per dire no all'omofobia: mi prendo, mi porto...sono!
Arriviamo al raduno dove si respira già aria di festa.
Partiamo tutti insieme per il percorso itinerante.
Consapevolezza, reazione familiare, giudizi come pugnali, discriminazione, coming out.
Il manifesto della queeresima che ci fa da strada.
Performance divertente e che fa riflettere, genitori che si raccontano, le parole come finestre o come pugnali, l'essere, i custodi della libertà,  il raccontarsi, il coraggio di chi ha deciso di vivere la libertà,  il camminare tutti insieme per dire che semplicemente siamo, un  reportage fotografico ricco di messaggi da estrapolare e che emana una bellissima energia, un bel banchetto preparato con amore e sensibilità, musica, persone venute da vicino e da lontano, sorrisi, risate e quattro chiacchiere di confronto partecipato.
Si, perché alla fine quello che conta è partecipare, fare, creare, incontrarsi, confrontarsi, discutere, stare insieme a prescindere da chi e da come siamo.
In fondo siamo chi siamo.