mercoledì 9 gennaio 2019

la sindrome di Wonder Woman: il furto della libertà

Cara Giorgia,

finalmente trovo qualche minuto per dedicarmi alla scrittura, attività da me tanto amata ma che richiede un po' di tempo, silenzio e concentrazione. Cose che con un neonato in casa sono molto rare. Mi ritrovo a fare mille cose, a guardare l'orologio e vedere le lancette scorrere velocemente senza avere il tempo di fare tutto quello che vorrei fare. Ma forse è impossibile fare tutto. Tolgo il forse, è davvero impossibile e la sindrome di Wonder Woman è sempre in agguato. E cascarci è molto molto facile. Ed è per questo che a volte mi fermo un secondo, ragiono un attimo e stop. Ma non basta fermare il corpo, occorre fermare soprattutto la mente che nel frattempo continua a pensare alle cose non fatte che si accumulano alle altre in programma fino ad arrivare allo scoraggiamento totale. 
Fiuuuu. Che fatica.
Non lo so quale sia la soluzione per alleviare il carico mentale, so solo che lo ereditiamo dalle nostre mamme fin da quando siamo piccole. Le guardiamo fare un sacco di cose senza fermarsi un attimo, le imitiamo e finiamo per crescere in questo modo. E così farai tu se mi vedi con questa sindrome.
E così sarà nei secoli dei secoli.
Noooooooooooooooooooooooooooo.
Possiamo fare qualcosa, dobbiamo fare qualcosa.
Però i figli maschi non ereditano questo modus operandi.
Beh certo, perché imitano i padri che solitamente non hanno un carico mentale come il nostro. Si tratta sempre delle solite differenze di genere che nascono fin da subito attraverso l'educazione.

“Furto della libertà.

I maschietti, sos mascittos, sos pitzinnos, sos pitzinneddos.
Mezzi di trasporto, armi, costruzioni, calcio.
Bambole, cucina, pentole, passeggino, vestitini. Non si può. Non diventi uomo.
Non sono da maschietto, mascittu, pitzinnu, pitzinneddu.
Non piangere, sii forte, se ti feriscono difenditi, non stare lì in palato come una femminuccia.

Le femminucce, sas emineddas, sas pitzinnas, sas pitzinneddas.
Bambole, gioielli, vestitini, pentole, caffettiere, passeggino, carrozzina, ferro da stiro, aspirapolvere, mocio vileda baby, danza. Tutto in rosa, estremamente rosa. Gli altri colori non esistono.
Puoi piangere, sei sensibile, sesso debole, porgi l’altra guancia, prenditi cura degli altri prima che di te stessa e stai tranquilla che tuo fratello ti proteggerà, perché lui è un maschio.

Fiocco rosa, fiocco azzurro.
Fiocco che determina disparità di genere, conflitti, poteri e dispoteri.
Equilibrio mancato, apparente, inesistente, fetente, appestante.

Luca lascia stare quel passeggino, è un gioco da femmine.
Ma mamma….
Luca d’apo nau chi nono, michi tando di piccan in giru!
Ma….
Ma nudda, vieni che ti do un cioccolato, e non piangere che sei un piccolo uomo.

Sedati, convinti, frenati, persuasi, soffocati, raffreddati, smorzati.

Alice lascia stare quel camioncino, è un gioco da maschi.
Ma mamma…
Alice d’apo nau chi nono, masciariotto chi non ses atera.
Ma…
Ma nudda, vieni che ti faccio giocare con il cellulare.

Soffocate, represse, controllate, trattenute, schiacciate, oppresse.

Rosa, azzurro, rosa, azzurro, rosa, azzurro.
L’arcobaleno è sparito, scomparso, estinto, dileguato, dissolto.
Gli altri colori non esistono, non sono mai esistiti per il genere umano, o forse si, in un tempo assai remoto, lontano, distante, diverso.

L’ha uccisa perché era geloso.
Era una ragazza facile.
E’ una moglie succube, peggio per lei.
E’ stato un attimo di follia.
Ha perso la ragione.
Gelosi.
Folli.
Pazzi.

Etichette, targhette, cartellini, marchi.
Rosa, azzurro, rosa, azzurro, rosa, azzurro.

Crescono con idee apparentemente giuste, schematiche, probe.
C’è chi sta sopra e chi sta sotto, come un letto a castello.
E quando quel castello cade la rabbia prende il sopravvento.
Violenza, aggressività, durezza, prepotenza, coercizione, sopruso.
Ferite nella pelle, nell’anima, nella testa.
Ferite difficili da vedere, riconoscere, lenire, sanare, identificare, capire.

Ladrocinio, furto, truffa, razzia.
Subito, al terzo giorno, forse al quinto.
Quel fiocco, arma potente, pericolosa, dominante, forte.
Eppure apparentemente innocente, carina, simpatica, ingenua, candida pura.

Furto senza scasso.
Rosa, azzurro, rosa, azzurro, rosa, azzurro.
Furto armato.
Rosa, azzurro, rosa, azzurro, rosa, azzurro.
Furto corazzato.
Rosa, azzurro, rosa, azzurro, rosa, azzurro.
Furto distruttivo.
Bottino: la libertà.”

E anche stavolta il fiocco non è del colore dettato dalla nostra società.
Abbiamo accolto il piccolo Nicolò nella sua casa con un bel fiocco verde e giallo, lo abbiamo accolto donandogli la libertà di essere così come vorrà, senza nessuna etichetta, senza nessuna aspettativa di genere. Lo abbiamo accolto libero e gli auguriamo di rimanere sempre così.



Fiocco nascita realizzato da La Babaiola Creazioni e ricamato da zia Michela Murru