lunedì 15 giugno 2015

siamo chi siamo

Cara Giorgia,
in questo periodo di feste, eventi, mare e quant'altro ho tralasciato il blog e questo nostro dialogo via web. No, quello faccia a faccia è sempre più vivo, sempre più interessante e coinvolgente.
Eppure ogni volta che interagisco con te penso che voi bambini piccolissimi capite più di quanto si creda. Hai una capacità di osservazione e di ascolto immense, cose che noi grandi a volte non abbiamo. Mi guardi con quegli occhioni che esprimono tutte le tue emozioni. Non parli con la bocca ma con gli sguardi, i gesti, le espressioni del viso.
Voi comunicate, semplicemente lo fate su canali diversi e sta a noi sintonizzarci su quelli giusti.
Noi ci proviamo. Talvolta riusciamo, talvolta no.
Voi comunicate e capite.
Ecco perché non smettiamo di parlarti di tutto quello che succede attorno a noi.
Ti portiamo a diversi eventi e tu tutta contenta osservi tutto e tutti.
E' la volta della manifestazione, svoltasi a Orani, per dire no all'omofobia: mi prendo, mi porto...sono!
Arriviamo al raduno dove si respira già aria di festa.
Partiamo tutti insieme per il percorso itinerante.
Consapevolezza, reazione familiare, giudizi come pugnali, discriminazione, coming out.
Il manifesto della queeresima che ci fa da strada.
Performance divertente e che fa riflettere, genitori che si raccontano, le parole come finestre o come pugnali, l'essere, i custodi della libertà,  il raccontarsi, il coraggio di chi ha deciso di vivere la libertà,  il camminare tutti insieme per dire che semplicemente siamo, un  reportage fotografico ricco di messaggi da estrapolare e che emana una bellissima energia, un bel banchetto preparato con amore e sensibilità, musica, persone venute da vicino e da lontano, sorrisi, risate e quattro chiacchiere di confronto partecipato.
Si, perché alla fine quello che conta è partecipare, fare, creare, incontrarsi, confrontarsi, discutere, stare insieme a prescindere da chi e da come siamo.
In fondo siamo chi siamo.


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