mercoledì 13 marzo 2019

quel dannato tunnel

Cara Giorgia,
finalmente riprendo possesso del mio computer e anche un po' del mio tempo per scrivere.
Eppure settimane fa pensavo che non ci sarei mai riuscita, mi sembrava impossibile tornare ad occuparmi delle mie cose, del mio lavoro, dei miei impegni artistici. Mi sbagliavo, per fortuna. E' che un neonato assorbe gran parte del tempo di una madre, soprattutto se è il secondogenito. Ci si fa in quattro per stare dietro ad entrambi e talvolta lo sconforto vince alla grande.

Mamma perché piangi?
Perché sono stanca. Anche le mamme si stancano.
Lo vuoi un abbraccio?
Si!

E le lacrime spariscono, lo scoraggiamento si attenua e si riprende in mano la situazione col sorriso.
Ma non sempre è così facile.
Ultimamente sento diverse storie di donne che soffrono di depressione, alcune da anni, fin da quando sono diventate mamme. Depressioni post partum non riconosciute, non affrontate e non seguite. Si, perché la depressione va innanzitutto individuata.
E poi?
E poi va curata.
E se non la si riconosce?
In quel caso lei va avanti, sempre di più. A volte sembra sia sparita ma poi ogni tanto fa capolino.
E' che ci si vergogna di averla, di curarla.
Vero.
Perché mai?
E' un fattore culturale e sociale, sembra che le malattie possano essere solo fisiche, quelle mentali sono sintomo di pazzia.
Invece no.
Già. Ma se ne parla in questi termini, quando se ne parla, perché la maggior parte delle volte queste donne non ne fanno parola con nessuno, si tengono tutto per loro e in questo modo il malessere cresce sempre di più.
E i padri?
Loro talvolta non hanno gli strumenti per riconoscere la depressione, in altri casi se ne accorgono ma non sanno cosa fare. Altri ancora fanno finta di niente forse perché avere un partner depresso fa stare male, ci si sente impotenti e apparentemente la cosa più semplice è lasciar scorrere tutto.
Non è facile.
No, non è facile neanche per loro. E in alcuni casi loro possono soffrire di depressione post partum paterna. Sono casi più rari ma può capitare.

Lo so, lo so. Non sono argomenti per niente felici, ma sono reali.
Diventare mamma è una cosa bellissima, ma non sempre tutto va nel verso giusto, non sempre questa esperienza è come l'abbiamo immaginata, non sempre porta felicità. E qui il gatto inizia a mordersi la coda, ci si sente in colpa per non essere felici e più crescono i sensi di colpa e più si sta male.
Tunnel, spaventoso e scuro.
Ma possiamo accendere la luce no?
Si, da fuori si, ma chi è dentro non vede l'interruttore. Osserviamo bene le mamme, guardiamole negli occhi per capire se sono dentro o fuori da quel dannato tunnel.