lunedì 6 febbraio 2017

non solo da te, ma anche da te

Cara Giorgia,
ti scrivo dopo una settimana intensa di impegni organizzativi con l'associazione culturale di cui faccio parte. Sottraggo diverse ore al nostro tempo da trascorrere insieme, ma credimi, lo faccio per una giusta causa. Lo faccio perchè voglio investire le mie energie su qualcosa in cui credo.
Credo nel cambiamento, nelle persone, nel fatto che tutto è possibile. 
Credo in un futuro migliore dove può esserci rispetto. 
Credo che la nostra vita di comunità possa migliorare, per noi e per i nostri figli. 
Questa parola così inusuale, così nascosta, così ovvia (come dice un'altra componente dell'associazione).
Rispetto.
Ma cos'è il rispetto?
Lo abbiamo chiesto prima ai ragazzi e poi agli adulti.
Le risposte sono state diverse, a partire dal rispetto verso la natura e gli animali, il rispetto delle regole e delle idee altrui. 
Sono venute fuori parole quali dignità, cura, libertà, parità, la bellezza del mondo, comprensione, scelte, persone.
Parole bellissime, pensieri stupendi.
Quindi se ci ragioniamo un pò la parola rispetto ha un senso? Può far parte della nostra quotidianità? Può far parte della nostra vita?
Si, credo di si.
Credi?
Si, può e deve far parte della nostra vita perchè è la base del vivere civile.
E come si fa?
Come si fa a fare cosa?
Ad usare il rispetto, a rispettare.
Beh, prima di tutto bisogna avere ben chiaro cosa sia il rispetto.
Ah.
Eh beh, mi sembra il minimo.
E poi?
E poi una volta chiaro questo concetto si agisce con coscienza.
Ah.
Non ti è chiaro?
Si, ma la coscienza non sempre funziona.
E' vero, talvolta la dimentichiamo giù in cantina, a volte fin troppo spesso.
E allora che si fa?
E allora la mattina quando ci alziamo la prima cosa da fare è andare in cantina a prenderla.
Si, ma chi ne ha voglia, che mi frega....
Beh allora è un altro discorso.
Cioè?
Cioè che non te ne frega nemmeno di vivere in un mondo civile.
Beh, non dipende mica da me.
Non solo da te, ma anche da te.







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