venerdì 1 luglio 2016

giusto per

Cara Giorgia,
finalmente è arrivata, l'ha portata il solstizio d'estate, giustamente.
Ora possiamo godercela tra mare, passeggiate serali, giochi all'aria aperto e gelati buoni buoni.
Incontriamo diversi bambini, in ogni dove.

Ciao stella!
(Sorride timidamente)
Come ti chiami?
(Il babbo, prontamente) Francesca.
Quanti anni hai?
(Velocissima ci mostra tre ditina)
(Il babbo stavolta un po in ritardo) Tre!
France' perché stavi piangendo?
(Il babbo prontamente) Perché è caduta.
Ti sei fatta male?
(Il babbo prontamente) No.
Lei tira fuori un musetto, ancora bagnato dalle lacrime e fa su e giù con la testa.

Non lo so perché succede, perché gli adulti rispondono al posto dei bambini.
Forse perché temono che loro non rispondano.
Forse perché odiano il silenzio.
Forse perché in qualche modo vogliono aiutarli.
Prima sicuramente lo facevo anche io.
Ora ci sto più attenta, ma a volte ci casco anch'io. 
So che tu non rispondi, perché ancora non sai parlare, ma in qualche modo anche tu dai le tue risposte. O con un sorriso, o col musetto, o con un gesto, ma in qualche modo rispondi.
Meglio lasciarvi esprimere come meglio potete, senza avere paura del silenzio.
Ciascuno ha i suoi tempi e i suoi modi.
E alla fine che fretta c'è?
Nessuna, proprio nessuna.
Giusto per evitare di crescere figli che poi hanno sempre bisogno dei genitori per cavarsela in qualsiasi situazione, anche la più semplice.
Giusto per crescere figli sicuri, che sanno dare delle risposte senza avere un eco da parte nostra.
Giusto per credere in voi, perché questa è una buona base per il vostro futuro.

Ciao!
Ciao!
Oh che bella bimba! Come ti chiami?
(Sorridi e noi in silenzio)
Ti chiami Rosetta?
(Sorridi, e noi in silenzio)
Me lo dici come ti chiami?
Dice solo tre parole, anzi quattro, e non il suo nome.
Ti chiami Elisabetta?
(Fai alcune timide smorfiette e noi in silenzio).
Insomma me lo volete dire come si chiama questa bambina?
Giorgia! Pensavamo stesse interloquendo con lei :-)


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