martedì 5 gennaio 2016

ricchezza nella sua stessa diversità

Cara Giorgia,
siamo ormai al 2016 inoltrato, un anno che è iniziato con diversi cambiamenti, un anno che abbiamo festeggiato con un brindisi (birra e magnesia!) mentre tu dormivi beatamente (un bel modo di iniziare il nuovo anno!).
No, non è iniziato esattamente come avevamo immaginato, programmato, progettato, ma è iniziato e alla fine l'importante è quello. Vuol dire che miglioreremo strada facendo, anzi direi che i miglioramenti ci sono già stati. Abbiamo già avuto di che festeggiare.
Ricordi tutti questi mesi quando la sera ti portavo in una sala piena di donne che cantavano divertendosi alla grande? Ecco, quello splendido gruppo di donne ha esordito come coro.
C'ero anch'io, e c'eri anche tu con me, come sempre.
Tanta emozione, agitazione, paura, tensione, entusiasmo.
Si, soprattutto entusiasmo nascosto dalle nostre vesti nere, nascosto dai nostri visi sorridenti ma tesi allo stesso tempo. Tanto entusiasmo di poter fare ciò che ci piace di fronte ad uno splendido pubblico che era lì per noi e di fronte al Coro Monte Gonare che con affetto e allegria ci ha affiancato in questo splendido viaggio
Tanto entusiasmo dopo tanto lavoro, caparbietà (come dice il maestro!), incontri, scontri, scambi di idee, note che scendono, note che salgono, discussioni, prove, studio, risate e ricerca di un nome che ci rappresenti.
Il tutto come da copione, come un qualsiasi gruppo che segue la sua passione.
Si, perché non esiste un gruppo la cui vita è tutto rosa e fiori.
I gruppi sono vivi, con pregi e difetti dei componenti e ogni persona che lo compone è ricchezza nella sua stessa diversità.
E noi con le nostre diversità abbiamo creato qualche minuto di musica.
Non importa se la musica sia stata perfetta o meno, importa come ci siamo sentite, importa ciò che abbiamo trasmesso al pubblico. 
Tutto il resto è storia e futuro.
Un bel futuro.
Come faccio a saperlo?
Non lo so, ma lo sento nell'aria. 
E io con le ragazze respiro aria buona.


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