lunedì 7 maggio 2018

solo quando provi a spiccare il volo

Cara Giorgia,

oggi proprio non ho nessuna voglia di lavorare e stavolta mi ascolto e mollo tutto, senza pensarci due volte che non si sa mai che cambi idea. Mi dedico ad altre cose che sono pur sempre da fare e che m'ispirano di più. Il blog per esempio, che ho trascurato per diverse settimane per mancanza di tempo e forse anche di ispirazione.
Sono state settimane dedicate inaspettatamente ad un'attività che non ho mai amato, o meglio non ho mai conosciuto da vicino: la poesia.
Mi ritrovo in una strana follia senza nemmeno rendermene conto, e piano piano ci prendo pure gusto.
Partecipo al primo Poetry Slam e poi di seguito ad un altro, e un altro ancora.
Vale devi venire anche stavolta, ci sono le finali del nuorese.
Non ce la posso fare.
E mentre pronuncio questa frase sto già pensando alla poesia da scrivere.
E non so come mi ritrovo in finale a Gavoi e scrivere poesie diventa praticamente un impegno fisso che non mi aspettavo davvero. Trovo l'ispirazione per caso, non cerco i temi ma sono loro che trovano me.


Rallenta

Forti, potenti, robuste, energiche.
Tante cose, impegni, mestieri, appuntamenti.
Figli, casa, lavoro, panni sporchi, piatti da lavare, giochi da sistemare, camicie da smacchiare, mail da inviare, post da scrivere e inventare.
Spesa, detersivi, verdure, frutta, carne, pesce.
Tram tram quotidiano, solito, identico, schiacciante.
Forti, potenti, robuste, energiche.
Fermati. Si, ora mi fermo. Ma prima devo andare, tornare, caricare, fare, scaricare, portare, accompagnare, consolare, asciugare, ricordare, accendere, mettere, aggiungere, spegnere.
Ora mi fermo. Stremata, distrutta, divelta, demolita, svigorita, annullata.
Devi fermarti prima.
Si dai, la prossima volta mi fermo prima.
Dopo aver fatto, disfatto, assemblato, sistemato, eseguito, creato, lavorato.
No, prima, prima, prima.
Non posso.
Si che puoi.
Forse non voglio.
Si che vuoi.
Sveglia all’alba, colazione in silenzio. Bambini assonnati, affamati, da lavare, spogliare e vestire.
Rallenta, rallenta, rallenta.
Pietanze da organizzare, preparare, cucinare.
Vieni per un caffè. Non posso, devo fare, disfare, disporre, stabilire, pianificare.
Rallenta, rallenta, rallenta.
Febbre alta, vomiti, dolori addominali.
Non posso stare a letto, devo allestire, preparare, programmare, fare e disfare.
Rallenta, rallenta, rallenta.
Testa pesante, pensieri violenti, slegati, negativi, prepotenti, duri, confusi.
Idee malsane, nocive, dannose.
Memoria affollata, piena, stipata, zeppa. Neuroni bruciati, sconfitti, sfiniti.
Rallenta.
Perché sei così pallida?
Hai una faccia stanca.
Non ti reggi in piedi.
Dovresti, potresti, fermati o sarà troppo tardi.
Non ho tempo per fermarmi, tutto dipende da me.
Indispensabili, insostituibili, necessarie.
Rallenta.
Forti, potenti, robuste, energiche.
Si, ma non immortali.
Non posso cadere.
Si che puoi.
Non voglio cadere.
Ma puoi.

Stonf.


E grazie a questa poesia ed altre ancora incontro persone favolose, vivo una bellissima avventura, conosco un mondo per me nuovo molto colorato e variopinto, rido, sorrido, mi commuovo, salto, mi meraviglio, sogno.
E come sempre penso che qualsiasi cosa non si conosca non si possa mettere da parte a prescindere, ma solo dopo averla conosciuta e vissuta.
Amplio il mio bagaglio artistico e umano, inserisco un nuovo reparto e lo riempio con tutto ciò che mi ha dato questo bellissimo viaggio, felice di averlo vissuto.

Cerca sempre nuovi orizzonti piccolina, non smettere mai di stupirti e vola sempre più lontano, anche quando pensi di non avere le ali perché queste talvolta escono fuori solo quando provi a spiccare il volo.


(Foto di Ivan Urru, componente del Fan Club)