mercoledì 8 marzo 2017

e ora come ora cosa scegli?

Cara Giorgia,
ti scrivo dopo essermi spogliata dai costumi di carnevale e aver indossato in fretta e furia quelli di Marcella, la donna che ogni tannto faccio salire sul palco per raccontare una storia di violenza di un uomo nei confronti della propria donna. Si, ho scritto bene, la propria donna, perchè è così che alcuni uomini definiscono le loro compagne di vita. Come se fossero di loro proprietà.
Tu sei mia.
Tu sei mia.
Tu sei mia.
Te lo dicono fino al punto in cui ti convinci che è così, fino al punto in cui ti compiaci con loro per questa loro attenzione.
Tu sei mia.
Tu sei mia.
Tu sei mia.
Alt, fermati, stop.
Io non sono tua, io non sono di nessuno, anzi, si, sono di qualcuno. Sono mia.
Io sono mia.
Io sono mia.
Io sono mia.
Sono io che decido cosa indossare, sono io che decido come vivere la mia vita, chi frequentare, se uscire oppure no, se festeggiare oppure no, se lavorare o stare a casa, se diventare madre oppure no, se scioperare oppure no, sono io che decido cosa e come pensare, sono io che decido chi e come amare, sono io che decido per me. Io, nessun altro.
Se qualcun'altro decide per me c'è qualcosa che non va.
Se qualcun'altro sceglie per me c'è qualcosa che non va.
No, non decidono gli altri solo perchè mi amano e lo fanno per il mio bene. 
Questo non è amore, questo non è voler bene.
E allora cos'è?
Cosa vuoi che sia se non desiderio di possesso?
Ah. E quindi?
E quindi ricordiamoci dell'autodeterminazione.
Ossia?
L'autodeterminazione è innanzitutto un diritto, il riconoscimento della capacità di scelta autonoma ed indipendente. 
Ah.
Cosa non ti torna?
No no, mi torna mi torna.
E cosa ti torna?
Mi torna che io sono mia e sono libera di scegliere per me stessa.
Esatto. E ora come ora cosa scegli?
La libertà!

....ma non è così facile.
Lo so, non lo è per niente, ecco perchè dobbiamo lottare.
Ma è difficile anche lottare.
Lo so, ecco perchè dobbiamo lottare tutte insieme, anche nel nostro piccolo.
E da dove iniziamo?
Iniziamo nel dire no ai soprusi, al sessismo, al linguaggio maschilista, alle azioni maschiliste.
Iniziamo con l'educare alla parità di genere, fin dalla tenera età.
E come?
Per esempio dando modo ai bambini di esprimersi liberamente, senza stereotipi, senza dire loro cosa possono o non possono fare in base alla loro appartenenza al sesso femminile o maschile.
Ok, possiamo farcela.
Certo, dipende da noi, da tutti noi.
Ce la faremo.
#nonunadimeno



“Libri e penne sono tra le armi più potenti.
Un bambino, un insegnante, un libro e una penna sono in grado di cambiare il mondo”.
(
Malala Yousafzai, 16 anni)